top of page

Sgarro: perché per me è no?

(e una ricetta golosissima se leggerai fino in fondo)


Questa settimana su Instgram ho parlato in varie giornate del tema dello sgarro; ho cercato di scardinare un po' di miti su questo concetto che purtroppo si è consolidato come normale per la maggior parte delle persone.


Il termine sgarro associato all'alimentazione è completamente fuorviante; come vi ho scritto anche qualche giorno fa, sgarrare identifica uno sbaglio, un errore. Per quale strano motivo devo percepire come errore il fatto di mangiare una determinata cosa?

E perché, se mangio una cosa considerata sana, allora ne posso mangiare quanta me ne pare?

Mi spiego meglio: mangio una pizza e allora scatta il concetto di sgarro, e quindi più volte di senso di colpa per aver "ceduto"; mangio una bowl arricchita con riso, tofu, avocado, edamame, semi misti, olio, maionese veg ... ma è sana e va benissimo, posso fare anche il bis.


Quello che voglio farvi capire è che non dovrebbero essere presenti questi meccanismi di pensiero, dovremmo poter semplicemente scegliere di consumare indifferentemente la bowl o la pizza a seconda di ciò che preferiamo in quel momento. E che non esiste il momento giusto per mangiare una certa cosa e quello sbagliato, che la pizza va bene consumarla anche il martedì sera, perché non è mica detto che il sabato ne avremo voglia. Troppo spesso mi sono ritrovata a sentire che "la pizza mi è concessa solo il sabato, quindi me ne faccio venire voglia perché durante la settimana non si può". No, no e ancora no.

E mi sto riferendo alla pizza perché è la più discriminata, ma così vale per qualsiasi altra cosa considerata "cibo da weekend".


Dove è finita la naturalezza del nutrirsi per stare bene ed ascoltando i propri bisogni? Dove è finita la consapevolezza nelle proprie scelte, in relazione alla salute di se stessi e del mondo che ci circonda?

Per troppo tempo mi sono trovata a rincorrere ideali poco sani, a identificarmi in concetti sbagliati, a sentirmi non a posto, poi ho capito che ero solo io a dover cambiare modo di vivere e di vedere le cose! Che l'influenza è certamente esterna, ma che io stessa potevo decidere cos fosse davvero meglio per me, per il mio benessere e per il mio equilibrio fisico e diciamolo mentale. Così oggi mi ritrovo a indicare alle persone come fare, come uscire da questo meccanismo così poco sano, che sa tanto di auto sabotaggio.


Ovvio, con queste parole non vi sto invitando a consumare pizza, gelati, torte e sushi (nomino questi essendo i più comuni cibi relegati a sabato/domenica) ogni giorno, più volte al giorno; questo comunque non vorrebbe dire prendersi cura di se stessi. Vi sto invece cercando di dirigere verso un concetto di alimentazione libero da pensieri negativi nei confronti del cibo, che vi aiuti a viverlo con la giusta serenità, e non con i sensi di colpa che vi bussano alla testa ogni volta che state uscendo dall'ordinario.

L'alimentazione sana deve essere sostenibile, l'alimentazione sana è uno stile di vita e al suo interno anche questi alimenti trovano spazio, è un bellissimo gioco di equilibrio e di consapevolezza. Provate a cominciare a giocare anche voi, vedrete, nel lungo termine ringrazierete voi stessi domandandovi per quale assurdo motivo abbiate aspettato così tanto per farlo.

Iniziate con l'aiuto di chi sa darvi quello di cui avete bisogno, se sentite che da soli ad iniziare ancora non riuscite; chiedere una mano, avere una guida per i primi tempi (quella giusta però), non farà che arricchire il vostro percorso di cose belle.


Io dico no allo sgarro, ai sensi di colpa, alla negatività a tavola.

E tu?


Vi lascio ora la ricetta di un dolcetto davvero goloso, per una delle vostre prossime colazioni, si tratta di una ciambella ai fichi e nocciole (sì, con un pochino di zucchero al suo interno, ma abbiamo detto che ogni tanto non succede nulla, vero?).

Puoi scaricare il pdf da qui.


Elena,

@semidielena.

bottom of page