top of page

Rallentare per ritrovarsi


Correre mi è sempre piaciuto, devo aver preso da papà in questo. Correre non per fare chilometri o maratone, correre semplicemente per il piacere di sentire il corpo vivo, il respiro affannoso, per immergersi dentro e sentire quel cuore battere forte e quelle gambe muoversi al mio ritmo.

Ma c'è un momento in cui ci si deve fermare per forza.


Perché sto scrivendo queste parole?

Al giorno d'oggi pare che siamo qui per una sola cosa: FARE. Produrre, creare, senza mai staccare la spina; e se la dovessimo staccare arriva quasi certamente quella vocina che ti dice che non ti puoi fermare, che resterai indietro, che mentre gli altri andranno avanti tu poi arrancherai.

I social hanno amplificato notevolmente questo sentire, spingendo le persone a lavorare senza smettere mai, a non prendersi mai del vero tempo per sé. Non esistono sabati o domeniche, non esistono giorni in cui tu possa stare senza fare niente, o meglio possono esistere, ma sai che poi "ne pagherai le conseguenze" perché qualcuno ha deciso che se per un po' non ti fai vedere, allora poi stai sicuro che ti ritroverai penalizzato.


Mi chiedo se sia la soluzione, questa. O piuttosto ancora una volta una manipolazione del sistema.

Mi sono ritrovata a cliccare sull'icona di Instagram più e più volte in maniera automatica, quasi come se non entrandoci per più di cinque minuti già non stessi facendo quello che devo. Mi sono ritrovata dentro un vortice che non mi permetteva di vivere libera; ero serena se il contenuto creato veniva apprezzato e visto, cadevo nella tristezza e frustrazione più grande se invece un giorno le cose non giravano nel verso "giusto". Ma "giusto" per chi? e per cosa?

A chi stavo dando il permesso di scegliere come mi dovevo sentire? A chi stavo dando il permesso di manipolare le mie giornate?


Creare contenuti è una parte che amo del mio lavoro, ma è probabile che non sia sostenibile PER ME il modo in cui instagram ha deciso di far (o non far) funzionare le cose.

Scorre tutto troppo, tanto veloce. Io ho bisogno di un tempo più lento, di quello che ricorda il pane, il ragù di lenticchie, quello che sta a sobbollire ore perché così è più buono, di quello che pone il focus sull'intero processo e non su "Ricetta?", senza nemmeno prima un "Ei ciao, come stai?".

Ho bisogno di camminare più che correre lì dentro, di non "ridurre" tutto a un scorrere veloce di dita senza soffermarsi.


Insomma, qualcuno penserà che allora cosa diavolo ci sto a fare lì? In effetti l'ho pensato anche io, ma al tempo stesso penso che chiudere tutto non sia la soluzione, che posso creare uno spazio comunque nostro.

Credo davvero che ci sia qualcosa di buono nei social. Allora ho solo deciso di rallentare, ho preso coraggio, sapendo che questo mi avrebbe penalizzata molto, e sono uscita per un po'. Quanto? Quanto basterà perché io mi senta serena di tornare, al mio tempo, al mio modo. Ho deciso di dedicare maggiori energie in questo spazio qui, il blog, che è davvero nostro; di creare legami fuori, di conoscere persone, di parlare, di vivere una realtà che non sia solo quella dentro lì.


Ho deciso di dedicare maggiori energie anche a me stessa. Ché lavorare ma non stare bene forse non è la cosa migliore, arrivare a sera senza sapere chi sei e perché non senti più quella fiammella bruciare, forse mi ha dato il LA definitivo per comprendere che in questo modo non sarei potuta andare avanti. E allora ho deciso di rallentare per ritrovarmi, e devo dire che sta funzionando.

Lavoro, studio, scrivo, leggo, scatto foto e creo comunque contenuti. Anche se non lo faccio vedere...incredibile vero?


Vorrei ci fosse più verità e meno finzione, vorrei ci fosse più empatia e meno menefreghismo, vorrei ci fossero più valori e meno sotterfugi. Vorrei tante cose, ma di una cosa sono certa: resterò fedele a me stessa, a quello che sento, a quello che sono. E io sono una persona sincera, empatica e con dei valori che vuole portare avanti, anche se scomodi alla maggior parte del mondo.


Voglio essere libera di scegliere cosa sia meglio per me, e credo sia giusto che ognuno di noi debba esserlo.

Con queste parole non volevo arrivare da nessuna parte, solo dare spiegazioni e lasciare spunti di riflessione, che spero siano arrivati gentili dentro di te, che sei arrivata/o fino a qui.


I Se vuoi intraprendere un percorso insieme, sarò più che grata di cominciarlo e di accompagnarti verso il tuo benessere, per essere in pace con il cibo e con il corpo; libera/o di scegliere per te, di sentirti e ascoltarti per davvero.


Un abbraccio pieno di gratitudine,

Elena.



bottom of page