Che la mia stagione del cuore sia l’autunno, non l’ho mai tenuto nascosto a nessuno. Amo con il cuore le giornate di aria frizzantina, di quelle che cominciano con una corsetta in campagna e il naso che si fa rosso, che continuando con una doccia calda e una lenta colazione (magari a base di porridge) prima di mettermi a lavoro e che finiscono con una tazza di infuso bollente sotto la copertina mentre guardo una delle mie serie tv preferite del momento.
Dell’autunno amo anche la possibilità di tornare ad accendere il forno dopo l’inaffrontabile caldo estivo. Le prime torte salate, la prima zucca, le prime farinate che tornano finalmente a fare capolino sulla mia tavola.
Ricordo che da bambina con l’arrivo dell’autunno e la ripresa della scuola, anche le domeniche in famiglia tornavano a scandire le settimane. Ci si ritrovava tutti a casa nostra e mamma cucinava per un esercito, la cosa bella era che così il pranzo del giorno dopo era già pronto e quando avanzava la pasta le si faceva fare una bella crosticina: deliziosa.
Ho sempre identificato nella pasta un alimento che unisce, ma a dire il vero ho sempre identificato nel cibo una meravigliosa risorsa che permette di riunire e unire sempre più le persone. Il momento del pasto come sacro, con la possibilità di trovare connessione non solo con se stessi, ma anche con le persone con cui il pasto si condivide.
Spesso si è molto distratti quando si mangia, con il telefono in mano, oppure alla scrivania con il pc di fronte aspettando il suono della mail che arriva e a cui si deve proprio rispondere subito, o ancora con il pensiero alle mille mila cose che si dovranno fare una volta finito quel piatto, che poi nemmeno ci ricordiamo cosa ci abbiamo messo dentro.
Quante volte è successo di finire un pasto e non ricordarsi nemmeno di averlo iniziato? Oppure accorgersi soltanto alla fine di non aver nemmeno assaporato quelle pietanze?
Succede che il momento del pasto diventa quasi una perdita di tempo in mezzo ai miliardi di cose che in una giornata siamo chiamati a fare, ma alt. Datti uno stop.
Non lasciarti scappare l’occasione di provare piacere tramite il cibo, che è poi uno dei più bei regali che tu ti possa fare; non perdere la possibilità di condividere questo momento con chi è vicino a te.
Scopri la soddisfazione che puoi ricevere dal cibo se mangi quello di cui hai davvero bisogno, nel rispetto del tuo per arrivare a comprendere quello che il tuo corpo sempre cerca di comunicarti.
Ti chiedi mai se ciò che mangi è ciò che davvero ti va e hai bisogno di mangiare? Se preferisci una consistenza cremosa o croccante? Un piatto caldo o freddo? Un certo tipo di sapore?
Potrà sembrare strano, ma quando hai l’occasione, inizia a fare caso a queste cose, che seppur piccole sono certa potranno fare la differenza. Meriti di mangiare ciò che ti fa stare bene e che ti piace, e sono certa che riscoprire la soddisfazione a tavola ti aiuterà ad avvicinarti al tuo sentire.
Condividere questa soddisfazione amplifica il tutto, e riempie anche il cuore oltre che lo stomaco.
Ecco, io ricordo un po’ così quelle domeniche in famiglia, in cui mamma quando voleva mettere d’accordo tutti preparava un semplice piatto di pasta, di quelli che ti ci perdi dentro, di quelli che nutrono anima e corpo, che ti avvolgono come un abbraccio caldo quando dentro di te senti freddo.
L’autunno chiama ritmo lento, introspezione. Quando arriva è un po’ come se volesse ricordarci di rallentare e di ritrovare il nostro ritmo, dimenticandoci per un attimo di quello veloce a cui il resto del mondo corre.
E poi l’autunno richiama la zucca, protagonista di una delle più buone paste che ci siano e che oggi ho deciso di regalarvi per portarvi magari un po’ di quel piacere di cui parlavo qualche riga fa.
Ho scelto i fusilli di grano duro Cappelli di Sgambaro, un formato che si presta benissimo a essere condito con un sugo cremoso come quello di questa ricetta. Mamma sceglieva spesso i fusilli, penso fossero uno dei formati che preferiva per le sue ricette a base di pasta, mi piace pensare che ci leghi questa cosa.
Questa pasta tiene benissimo la cottura, non si sfalda e al palato è davvero ottima, lo dico da amante della varietà al farro che tradisco solitamente con questa.
Tips: preparane di più, il giorno dopo ripassata in padella è favolosa.
Ingredienti per due persone
Fusilli Senatore Cappelli Sgambaro Etichetta Bio (come sempre lascio a te le dosi, che varieranno in base alla tua fame)
¼ di zucca delica
1 piccola manciata di anacardi
2 cucchiai di lievito alimentare
2 cucchiai di olio
Noce moscata
Pepe
Sale
Salvia (qualche foglia se gradita)
1 cipolla dorata
Aceto
1 cucchiaino di zucchero
Tagliare la zucca a fettine e cuocerla in forno a 220 gradi fino a che non si fa morbida. Lasciare raffreddi.
Nel mentre tagliare la cipolla sottile e farla soffriggere con un cucchiaio di olio in padella, aggiungere poi aceto, zucchero e pizzico di sale. Se gradita aggiungere qualche foglia di salvia. Lasciare insaporisca bene e se necessario aggiungere poca acqua.
Mettere a bollire l’acqua e dedicarsi alla crema: frullare la zucca (la buccia è buona mangiata così, non buttarla) con gli anacardi, olio, pepe, noce moscata, sale, lievito alimentare e aiutarsi con acqua di cottura. Ottenere una crema liscia.
Buttare la pasta e una volta cotta condirla con la crema, completare con cipolla e granella di mandorle.
La crema potrebbe avanzare, sarà ottima da spalmare sul pane per qualche bruschettina oppure per farcire una piadina con verdure e legumi.
#incollaborazionecon Pasta Sgambaro.
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