"Beata te che non hai le mestruazioni".
Questa è una frase che mi è capitato di sentire spesso, purtroppo aggiungo. Il ciclo mestruale non è presente con la sola e unica funzione riproduttiva, bensì è parte della donna e del suo benessere.
Quando la mestruazione non arriva ci si sente un po' incomplete, come se qualcosa non funzionasse dentro di noi, e la loro assenza indica qualcosa di molto profondo che non possiamo ridurre semplicemente alla mancanza di sanguinamento.
Nelle prossime righe cercherò di introdurre l'argomento dell'amenorrea ipotalamica funzionale, con calma arriveremo a comprendere come l'alimentazione può aiutare a recuperare la propria ciclicità.
Cosa può causare l’amenorrea?
L’amenorrea è una una condizione che si verifica quando si è in assenza di ovulazione e mestruazione per un periodo che va almeno dai 3 ai 6 mesi consecutivi.
In particolare, le cause dell’amenorrea ipotalamica sono principalmente tre e si possono sovrapporre con gradualità differenti, a cui consegue una soppressione dell'asse ipotalamo-ipofisi-ovaio:
- stress molto forte
- resistenza nei confronti del cibo (e perdita di peso)
- eccesso di attività fisica
Nel lungo termine si costruisce un quadro di forte stress psico-fisico.
Quali sono i sintomi dell'amenorrea?
Il corpo da qualche parte cerca di risparmiare energie, e una delle prime cose che non ritiene fondamentale e vitale è l'aspetto riproduttivo, così, bloccando l'asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, il ciclo mestruale viene messo in stand by.
Scrivo stand by perché l'amenorrea ipotalamica funzionale è reversibile. Questo significa che, lavorando sulle cause che stanno alla base di questo forte stress psicofisico si può riportare un equilibrio così che ovulazione e mestruazione riprendano il loro normale corso.
Come uscire dall’amenorrea?
Non esiste una risposta univoca e valida per tutte, ma un percorso che va intrapreso con diversi professionisti. Questo perché ci sono molteplici aspetti che devono essere presi in considerazione a seconda di quelle che sono le cause della tua amenorrea.
Come avrai avuto modo di comprendere, questa condizione è strettamente collegata anche all’alimentazione e per quanto riguarda questo aspetto posso esserti di supporto. Magari ancora non mi conosci e non sai che sono dietista. In base a quelle che sono le mie competenze, mi occupo anche di amenorrea e alimentazione.
Da un punto di vista alimentare è per prima cosa importante recuperare a poco a poco un rapporto di pace, libertà e serenità nei confronti del cibo. Molto spesso il rapporto è conflittuale, ci sono molte resistenze che nel tempo si possono decostruire con l'aiuto di un* professionista esperto in materia. Nella maggior parte delle occasioni tali resistenze derivano dalla cultura della dieta da cui siamo assolutamente circondat*.
Come si fa per far tornare il ciclo?
Con TEMPO, PAZIENZA, PRATICA, ASCOLTO, GENTILEZZA, NON GIUDIZIO.
Potrei continuare, ma mi fermo per spiegare il motivo per cui ho scritto queste parole prima di soffermarmi sull'aspetto più pratico dal punto di vista nutrizionale. Quando ci troviamo all'interno di un quadro come quello dell'amenorrea ipotalamica funzionale, non è sufficiente "mangiare di più", o ricondurre tutto al peso, principalmente per due motivi:
1. perchè questo tipo di amenorrea si osserva anche in donne che si trovano nel loro intervallo di peso naturale;
2. perchè, nel caso in cui l'amenorrea fosse legata anche ad un calo di peso, non è detto che recuperandolo, automaticamente tutto riprenda a girare nell'immediato. Con questo non voglio dire che sia inutile riprendere del peso se necessario per uno stato di benessere, ci mancherebbe, ma non è l'unico tassello da prendere in considerazione.
Il corpo ha bisogno di riposo, di tranquillità. Molto spesso la condizione di stress porta il nostro organismo a mantenersi sempre sull'attenti, senza possibilità di respiro, di pausa. Tante volte entra in gioco un'eccessiva attività fisica che stressa l'organismo in maniera profonda, privandolo delle energie di cui necessita per far fronte al ciclo mestruale. In casi come questo è sconsigliata un'attività intensa, preferendo piuttosto qualcosa di più calmo e tranquillo che riporti maggiore connessione e ascolto dei propri bisogni. C'è da dire che ciascun percorso va personalizzato, anche valutando come quell'attività fisica viene vissuta dalla persona, che tipo di rapporto c'è.
Il corpo ha bisogno di tempo, il suo tempo; non c'è una sveglia che suona per tutte nello stesso momento, non c'è una formula magica che riporta un equilibrio psico-fisico in un tempo "x". C'è chi richiede più tempo, questo non vuol dire essere sbagliate, ma semplicemente che ogni organismo è unico e ha bisogno di essere ascoltato profondamente. Ci vogliono pratica e pazienza.
Alla base di tutto questo è necessario l'ascolto, quello che purtroppo molto spesso è andato a perdersi a causa dei ritmi di vita a cui si è sottoposte. Ascolto anche da parte de* professionist* a cui ci si rivolge.
E' necessario smantellare tutto ciò che riguarda il giudizio nei confronti del cibo, che viene troppo spesso suddiviso in due categorie: giusto o sbagliato. Riportare tutti i cibi sullo stesso piano dal punto di vista morale, provare a darsi la possibilità di scegliere in maniera libera e incondizionata cosa mangiare, come, quanto e quando. Può essere importante lavorare sulla soddisfazione e sul piacere che il cibo suscita, sul legittimare la sensazione di fame, accoglierla e assecondarla. Educare ai segnali del corpo.
Lo so, non è semplice. E' un percorso che può avere tempi diversi, come scritto sopra.
E da un punto di vista pratico?
L'attenzione non va posta solo sull'aspetto quantitativo, quindi il quanto si mangia, ma anche su un aspetto qualitativo, quindi che tipo di nutrienti vengono inseriti nelle proprie giornate e come vengono suddivisi. Portare equilibrio tra i macronutrienti è certamente importante, spesse volte c'è una forte resistenza nei confronti di quelli che per comodità oggi definisco carboidrati complessi e grassi, che vengono quindi accantonati o comunque molto ridotti. Anche i micronutrienti sono fondamentali, in particolare vitamina D (che comunque non dipende dall'alimentazione e spesse volte è necessaria l'integrazione), vitamine del gruppo B, compresa B12, magnesio, zinco, calcio. Importanti sono anche gli acidi grassi di tipo omega 3, responsabili della riduzione dello stato infiammatorio dell'organismo, e correlati a una riduzione di stress e ansia percepiti nella sindrome premestruale e nella menopausa, momenti in cui la concentrazione di ormoni sessuali è bassa, esattamente come nel caso dell'amenorrea ipotalamica funzionale.
Nota: quelle che ho scritto vogliono essere indicazioni in linea GENERALE, che non valgono a prescindere e che vanno chiaramente personalizzate. In particolare preciso che molto spesso sono situazioni di dieta a portare a tali problematiche. Le diete restano anche in questo caso un possibile fattore di rischio.
Ecco il motivo per cui lavoro con un approccio non prescrittivo, non focalizzato sul peso, ma che ha come obiettivo il benessere della persona, benessere sociale, fisico ed emotivo, un approccio che riporti le persone all'ascolto di sè, dei propri bisogni, a 360 gradi.
Se senti di aver bisogno di un aiuto, puoi scrivermi e contattarmi da qui, https://www.semidielena.com/contatti.
Elena.
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