Stagione: epoca dell’anno in cui si fanno determinati lavori agricoli, o in cui la terra dà determinati prodotti (così dice una delle definizioni di tale termine che troviamo nel vocabolario Treccani).
E allora la domanda sorge spontanea: per quale motivo ci ritroviamo oggi a non sapere davvero cosa sia di stagione e mangiare in ogni momento dell’anno praticamente qualsiasi tipo di frutto/ortaggio?
La risposta è molto semplice, l’essere umano vuole tutto e lo vuole sempre, e possibilmente anche subito.
In questo modo abbiamo completamente dimenticato cosa voglia dire attendere un alimento fino a quando è arrivato il suo momento, gustarlo con gioia, sapendo che quello è il suo tempo, sapendo che la terra era pronta ad offrircelo.
Per quale motivo è importante riprendere a mangiare quanto più possibile di stagione? Vediamo insieme qualche punto fondamentale.
1. È molto più sostenibile. Mangiare ciò che la terra può offrire, nel momento in cui lo può davvero offrire, non farà che ridurre il nostro impatto sul mondo, e sulle emissioni di CO2.
2. È molto più nutriente. Ci avevi mai pensato? Scegliere di mangiare una zucchina a dicembre è come ostinarsi a mettere il costume a Natale in montagna: avrai freddo.
Ogni frutto della terra ha bisogno di un certo tipo di condizione per crescere, quindi ecco, se trovi le zucchine a dicembre è solo perché sono state importate da qualche Paese oppure coltivate con qualche metodologia specifica (ma che comunque non segue il ritmo della terra). Frutta e verdura di stagione, proprio perché di stagione, sono molto più ricchi in nutrienti, perché è il loro momento per nascere, crescere ed essere consumati. Sono molto più saporiti e gustosi.
3. È molto più economico. Quando si mangia di stagione si spende meno, è una cosa scontata forse, ma non per tutti. Per coltivare qualcosa fuori stagione bisogna impiegare molte più risorse per le quali chiaramente si affrontano delle spese, che ci ritroviamo poi sul conto finale. Quindi quando vi ritrovate a stilare la vostra lista della spesa fate un pensiero anche a questo e riempite il carrello con alimenti che appartengono alla stagione giusta.
4. È molto più soddisfacente. Qui qualcuno potrebbe non essere d’accordo, ma io credo che mangiare seguendo il ritmo della terra sia una cosa che dovrebbe divenire naturale. Perché anche noi come esseri umani ne trarremmo un grandissimo beneficio. Sono profondamente convinta che siamo legati alla Terra, in tanti modi, e la stagionalità è uno di questi.
Mi ricordo di quando la mia dolce nonna mi raccontava del tempo in cui non esisteva tutto questo traffico, di quando ognuno sapeva esattamente se fosse il momento di consumare una cosa o meno, di quando non esisteva che in ogni periodo dell’anno si trovasse tutto quello che volevi, ma che dovevi aspettare. Mi ricordo che me lo raccontava mentre si sbucciavano insieme i piselli freschi o si pulivano i fagiolini, quelli che ora trovi sempre pronti e già puliti.
Con queste parole voglio dirti: cerca di mangiare di stagione, quanto più ti riesce. Di recuperare la genuinità di mangiare quanto più locale possibile. E se dovesse succedere che hai voglia di qualcosa che di stagione non lo sia?
Non succede nulla se una tantum capita, non essere severo con te stess*, la differenza la farai nel tuo quotidiano.
Puoi per esempio chiederti, nel caso in cui acquistassi qualcosa di non locale, in che stagione si trovi il Paese da cui viene il tuo acquisto. In questo modo pur non comprando locale avrai per esempio cercato di seguire la stagionalità di quel Paese (si tratta di stagionalità globale).
Per te oggi, in questo mese di aprile, ho pensato ad una golosa pasta con crema di asparagi, i protagonisti di questo momento, e scorza di limone: una ricetta fresca e perfetta per la primavera che fa capolino.
Ma non una pasta qualunque, ho scelto questi tortiglioni di farro monococco Sgambaro, da agricoltura biologica, per un risultato da leccarsi i baffi.
Scelgo questa pasta in realtà da molto tempo, la ritengo ottima a livello sia di gusto che di valori: è italiana e si preoccupa in prima linea della sostenibilità di un prodotto. Da qui appunto la scelta che ricade sul biologico, che personalmente cerco di acquistare laddove posso.
Per due persone:
- Tortiglioni di farro (non ti scriverò quanti, perché ognuno di noi potrà avere più o meno fame)
- Un mazzo di asparagi verdi
- Mezza cipolla
- Scorza di limone
- 1 cucchiaio di lievito alimentare (facoltativo, ma secondo me dona un tocco in più)
- 8 cucchiai di ceci da cotti
- Sale e pepe
- Paprika
- Olio extravergine
In una padella far rosolare un filo di olio con la cipolla tritata, e aggiungere poi i gambi degli asparagi tagliati a tochetti (le parti più fibrose tagliale piccoline così che tu possa poi frullarle bene e non buttarle). Aggiungi acqua e sale e copri, lasciando cucinare a fiamma medio bassa per circa venti minuti, fino a quando non saranno belli morbidi (se serve di tanto in tanto aggiungi dell’acqua).
Preleva 5-6 cucchiai di asparagi cotti e mettili in un boccale con 4 cucchiai di ceci, scorza di limone, lievito alimentare, pepe e se necessario un pizzico di sale.
Nel mentre metti a bollire l’acqua e porta in padella le punte degli asparagi facendole saltare con i restanti ceci e paprika.
Quando l’acqua bolle, sala e butta la pasta, ci metterà 6 minuti soltanto (fantastico).
Frulla ciò che è nel boccale, io uso il minipimer.
Preleva un paio di cucchiai di acqua di cottura e portali nella padella dove verserai la pasta una volta scolata, insieme alla crema ottenuta.
Manteca il tutto (la pasta assumerà quindi una sfumatura rossastra data dalla paprika se la metterai).
Servi con un filo di olio e una spolverata di parmigiano vegetale se gradito (a me piace realizzarlo con un mix di mandorle, anacardi e lievito alimentare frullati più una puntina di sale).
Buon appetito!
Articolo in collaborazione con Pasta Sgambaro.
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